desinenza vaga (loc.)

Fenomeno di natura psicolinguistica che affligge il più ampio strato dei parlanti usi all’inflessione idiomatica o dialettale ove siano costretti, vuoi da un conciato impulso di elevazione verbale vuoi dalla percezione di auliche circostanze, all’argomentazione in lingua italiana.

~ La desinenza vaga colpisce il morfema finale delle parole e si caratterizza per quello che il glottologo Friedrich Grosz-Swarionis definisce come «esito esitante» (zögernde Endung).

Friedrich Grosz-Swarionis

Friedrich Grosz-Swarionis

Si badi che il fenomeno non produce necessariamente forme grammaticalmente scorrette; l’indeterminazione morfologica, infatti, potrebbe sinanco approdare a una dizione piana, secondo il seguente schema multidesinenziale: [io] volevi vel voleve vel voleva vel volevo; lo schema, in questo caso, può essere rappresentato così: [io] volev∞, dove ∞ è contemporaneamente e indistintamente uguale a –i/-e/-o/-a (l’esito in –u, considerato come dialettale dall’incerta negoziazione mentale del parlante, è escluso a priori).

 

Esempi di desinenza vaga

1. Il discorso del cosiddetto «Sindaco di Palomonte».

 

Categoria Arte e linguaggio